IL VOLONTARIATO TRA I BUONI PROPOSITI PER IL 2022


Campi scuola gruppo 33

Quando ci chiedono cos’è la protezione civile, rispondiamo che la protezione civile è articolata in quattro grandi categorie: previsione del rischio, prevenzione, soccorso e ripristino della normalità. Ed è così, la protezione civile insieme ad altri enti studia i fenomeni naturali, il modo migliore per prevenirli, è sempre pronta lì per fronteggiare le emergenze e si impegna immensamente per far sì che coloro che sono stati colpiti da una calamità, possano tornare il prima possibile alla loro quotidianità. Questo è quello che, nel bene o nel male, si vede al telegiornale. Ma la protezione civile ha tanti altri ruoli nella comunità, e purtroppo questo non ce lo insegnano i libri, non ce lo dicono in televisione, ma bisogna viverlo in prima persona.

Ogni anno, ai campiscuola organizzati dalla nostra associazione, chiediamo ai giovani partecipanti cos’è per loro la protezione civile, e le frasi che escono fuori ci stupiscono ogni volta di più. Al mio primo camposcuola da partecipante, per esempio, ricordo di aver sicuramente risposto che per me la protezione civile era un’opportunità per fare nuove amicizie, per imparare cose nuove, per stare a contatto con la natura, per vivere l’esperienza di dormire in tenda.

Oggi, dopo quattordici anni di volontariato, se mi dovessero chiedere “Emilia, cos’è per te la protezione civile?” senza pensarci troppo risponderei “Per me la protezione civile è famiglia.”

Vedo famiglia nell’impegno di chi, ogni anno, è lì presente in associazione con tutte le sue forze a dare il proprio contributo per la realizzazione del campo. La vedo in noi volontari più giovani che abbiamo cominciato bambini e abbiamo scelto di crescere insieme e portare avanti questo progetto. La vedo in quelli più anziani che ci trasmettono ogni giorno la passione e che, nonostante gli altri mille impegni, restano il collante dell’associazione. La vedo nei ragazzini che scelgono di tornare ai campi l’estate successiva, perché mi ricordano me. L’ho vista negli occhi stanchi dei volontari a fine turno quando siamo stati in emergenza per il sisma al Centro Italia. L’ho vista nelle persone che si sono affidate a noi, che si sono sentite a “casa” pur non avendone più una.

Per cui, per questo nuovo anno mi sento di fare un augurio a tutti noi volontari: non smettiamo mai di fare del bene. Facciamo in modo che questo fuoco non si spenga mai. Portiamo avanti la gentilezza, l’amore, l’empatia, perché mai come oggi, il mondo ha bisogno di questo.

E per chi ne avesse voglia, non è mai troppo tardi per dedicarsi al volontariato: prendersi cura degli altri per capire che, in realtà, ci stiamo prendendo cura di noi stessi. Quale miglior proposito per questo nuovo anno?

Vi aspettiamo numerosi.

Emilia Esposito – Volontaria

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