INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO: SICUREZZA IN CLASSE


Protezione Civile Bellizzi - fuochi d'artificio

Siamo ormai agli inizi di Settembre e come ogni anno la scuola sta per ricominciare. I bambini ed i ragazzi passeranno le mattinate fra i banchi di scuola e lontani dai genitori. Come è giusto che sia spetta anche ai genitori (oltre che agli insegnanti) spiegare ai figli le norme di sicurezza da tenere in classe in caso di calamità naturali o incidenti. Andiamo a vedere le norme generali, ricordandoci però che ogni scuola ha spesso un’organizzazione interna che può differire leggermente dalle norme che vi stiamo spiegando noi, quindi è bene informarsi anche presso la propria scuola.

In caso di terremoto
Appena si avverte la scossa di terremoto, proteggersi immediatamente sotto ai banchi se si è in classe, oppure in prossimità di strutture portanti come colonne o travi se si è fuori dalla classe. Se si è in vicinanza della porta della classe, e si ha la possibilità, aprire la porta, che potrebbe altrimenti incastrarsi.
Al termine della scossa, insieme al proprio insegnante, dirigersi in fila indiana verso l’uscita di emergenza più vicina o verso la scala di sicurezza più vicina. La fila inizierà con l’aprifila (di solito il più vicino alla porta) e si concluderà con il chiudifila (di solito il più lontano dalla porta) che, abbandonando per ultimo la classe, può controllare se vi sono compagni feriti che hanno bisogno di un aiuto e dopo di che chiudere la porta se la classe è vuota.
Raggiunta l’area sicura (punti di raccolta) esterna alla scuola, l’insegnante provvederà ad effettuare l’appello e qui attendere i soccorsi esterni.

In caso di incendio
Se l’incendio si è sviluppato all’interno della classe, abbandonare la classe chiudendo la porta per evitare che l’incendio si propaghi.
Se invece l’incendio si è sviluppato all’esterno, ma è impossibile uscire per il troppo fumo, chiudere bene la porta cercando di sigillare il più possibile le fessure evitando di far entrare il fumo. E’ consigliabile anche non aprire la finestra, in quando il fumo entrerebbe dalla porta più velocemente. Attendere quindi l’arrivo dei soccorsi.

In linea generale possiamo dire che per qualsiasi allarme è bene sempre mantenere la calma ed attuare le norme dell’aprifila e chiudifila per uscire dalla classe e raggiungere i punti di raccolta. Durante l’evacuazione bisogna lasciar perdere oggetti personali, non bisogna correre o gridare.
Se però il pericolo non è ancora cessato, è bene attuare le norme spiegate precedentemente, trovando un posto sicuro e se il pericolo non cessa, attendere i soccorsi.

Articolo di Conte Mario Antonio – Volontario

RISPARMIO ELETTRICO ESTIVO


Energia Green

Con l’arrivo del caldo estivo e il conseguente utilizzo dei sistemi di raffreddamento come ad esempio i condizionatori, è molto importante contrastare il dispendio di energia elettrica per ridurre al minimo le emissioni di CO2 nell’atmosfera.
ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) spiega praticamente come si può risparmiare sulle bollette, salvaguardare l’ambiente e contribuire a ridurre la dipendenza dal gas metano anche utilizzando i condizionatori nei mesi estivi.

Di seguito gli accorgimenti utili alla causa:

1. Non raffreddare troppo l’ambiente e attenzione all’umidità
Il più delle volte, due o tre gradi in meno rispetto alla temperatura esterna sono già sufficienti. Inoltre, per scongiurare la sensazione di caldo opprimente, spesso può bastare l’attivazione della funzione “deumidificazione”, in quanto l’umidità presente nell’aria fa percepire una temperatura ben più elevata di quella reale.

2. Chiudere le persiane durante le ore più calde
È abitudine comune lasciare le persiane aperte anche quando non si è in casa, permettendo al calore di entrare attraverso gli infissi. Attivando il climatizzatore al rientro in casa, questo si trova a dover soddisfare un elevato fabbisogno di energia per raffrescare gli ambienti. Chiudere le persiane, abbassare le tapparelle o comunque schermare i serramenti nelle ore centrali delle giornate estive consente di ridurre gli apporti solari in ingresso all’abitazione e, conseguentemente, l’energia richiesta dai climatizzatori.

3. Usare il timer e la funzione ‘notte’
Grazie a queste funzioni è possibile ridurre al minimo il tempo di accensione dell’apparecchio e aumentare il comfort. Inoltre, consentono di accendere e spegnere il climatizzatore anche a distanza e di tenerlo in funzione per il solo periodo di tempo in cui se ne ha realmente bisogno. La funzione “notte” o “sleep” regola, nelle ore notturne, la temperatura ambiente in modo da rispondere alla variazione della temperatura corporea.

4. Attenzione alla pulizia e alla corretta manutenzione
I filtri dell’aria e le ventole devono essere ripuliti alla prima accensione stagionale e almeno ogni due settimane, perché si tratta del luogo dove più di frequente si annidano muffe e batteri dannosi per la salute, tra i quali il batterio della legionella che può essere mortale.

5. Sostituire le lampadine incandescenti
Gli apporti di calore dovuti all’illuminazione sono una parte non trascurabile del carico termico all’interno delle abitazioni. Il carico termico interno può essere ridotto sostituendo le lampadine esistenti con altre a tipologia a LED. Le luci a LED consumano infatti molta meno energia rispetto all’illuminazione a incandescenza e producono un calore minimo, riducendo il fabbisogno per raffrescamento.

 

Articolo di Matteo Annunziato – Volontario

AGENDA 2030: 17 OBIETTIVI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE


20200914-italyexpo2020-forumANSA-agenda2030-cover-1536x864

A seguito di pandemie mondiali e conflitti fra Stati, la sostenibilità sta diventando un concetto ampiamente discusso da tutti i paesi.

La sostenibilità è intesa come la capacità di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la generazione futura.

Si parlava di sostenibilità già nel 1972, ma nel 2015 si è giunti a un accordo ufficiale, sottoscritto dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU (tra cui anche l’Italia), con lo scopo di eradicare la povertà in tutte le sue forme, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale.

Diciassette sono gli obiettivi che L’Assemblea Generale dell’ONU si è data entro il 2030:

Obiettivo 1. Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo

Obiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

Obiettivo 3. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età

Obiettivo 4. Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti

Obiettivo 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze

Obiettivo 6. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie

Obiettivo 7. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni

Obiettivo 8. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti

Obiettivo 9. Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile

Obiettivo 10. Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni

Obiettivo 11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

Obiettivo 12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

Obiettivo 13. Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico*

Obiettivo 14. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

Obiettivo 15. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre

Obiettivo 16. Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile

Obiettivo 17. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Da questi si evince che l’Agenda 2030 sta chiaramente lanciando una sfida complessa: poiché le tre dimensioni dello sviluppo (economica, ambientale e sociale) sono strettamente correlate tra loro, ciascun obiettivo non può essere considerato in maniera indipendente ma deve essere perseguito sulla base di un approccio sistemico, che tenga in considerazione gli altri obietti senza riprodurre effetti negativi sulle altre sfere dello sviluppo. Per cui solo la crescita integrata di tutte e tre le componenti consentirà il raggiungimento dello sviluppo sostenibile.

Ovviamente tutti sono chiamati a contribuire, non solo i governi ma anche noi cittadini, ricordando che stili di vita corretti e azioni individuali possono fare la differenza.

Articolo di Emilia Esposito – Volontaria

Avanti con la Differenziata!


Riciclaggio Protezione Civile Bellizzi

Nel corso degli anni per fortuna, la raccolta differenziata in Italia ha preso sempre più piede, aumentando la percentuale nazionale di anno in anno. Tanti comuni nel corso degli anni sono riusciti ad ottenere risultati ottimi, superando anche l’80% di materiale differenziato, ma in molti altri invece non si è riusciti neanche a raggiungere la soglia del 65% che ormai è d’obbligo per legge.

Fondamentalmente esistono due sistemi di raccolta differenziata, quella porta a porta e quella stradale. Con la prima si è in grado di ottenere risultati migliori, in quanto si riesce a controllare meglio ciò che ogni singolo cittadino ripone davanti la propria abitazione, ma ha elevati costi di gestione. La seconda invece è l’esatto opposto, meno controllo sui rifiuti conferiti nei cassoni stradali, ma minori costi.

In entrambi i casi però, per noi cittadini è importante sapere come differenziare correttamente ogni singolo rifiuto, ricordandoci che alcuni di essi devono essere scomposti e ogni parte va differenziata diversamente. Partiamo col descrivere le varie categorie, ovvero:

  • Umido Organico, tutto ciò che sono scarti di cucina, avanzi di cibo, i fondi del caffè, tovaglioli di carta, fiori vecchi, ceneri, ecc.
  • Plastica e Alluminio, bottiglie di plastica, vasetti, vaschette, buste, lattine in acciaio e alluminio, scatolette e contenitori in metallo, ecc.
  • Carta e Cartone, quindi giornali, libri, quaderni, imballaggi e scatole di cartone, cartoncini, ecc.
  • Vetro, bottiglie vasi e barattoli in vetro, bicchieri, ecc.
  • Secco non riciclabile, piatti e posate sporchi di plastica, cd, giocattoli, fiori finti, spazzolini, in generale quei rifiuti che non rientrano nelle categorie precedenti

Queste sono le categorie principali in cui i rifiuti vengono divisi, a cui  però vanno aggiunte altre due ulteriori categorie, ovvero:
Rifiuti Pericolosi, che in genere hanno degli appositi contenitori sparsi per il territorio, in cui rientrano rifiuti come pile, batterie, farmaci scaduti, e altri
Rifiuti Ingombranti, in cui rientrano materiali come frigoriferi, televisioni, computer, lavatrici, divani, ecc. che di solito vengono ritirati su chiamata o consegnati dal cittadino direttamente presso le stazioni ecologiche.

Queste descritte sopra sono le regole generali per la raccolta, ma spesso può capitare che da comune in comune un determinato rifiuto va conferito in modo diverso, quindi come comportarci quando non ci troviamo in un comune che non è il nostro? Una delle soluzioni è leggere le regole del conferimento per quel comune (di solito si trovano online oppure su un app del comune specifico). Un altra soluzione ci viene data da un app indipendente, come Junker. Quest’ultima può aiutarci su moltissimi aspetti della raccolta differenziata, infatti se fra le nostre mani abbiamo un prodotto che non sappiamo come riciclare, tramite Junker possiamo scannerizzare il bar code e l’app ci restituirà (anche a seconda del comune dove ci troviamo) tutte le informazioni su come riciclare correttamente ogni singolo elemento, dall’imballaggio ad ogni piccolo componente smontabile.

Insomma, la raccolta differenziata oggi è più che possibile e deve diventare una cultura più diffusa, magari anche con l’insegnamento all’interno delle nostre scuole, perché riguarda il nostro futuro, il nostro pianeta! Inoltre se si ha dei dubbi vi sono diverse soluzioni, come una semplice ricerca online oppure app specifiche come Junker. Quindi da oggi non si hanno scuse, avanti con la Differenziata!

 

Articolo di Mario Antonio Conte – Volontario

#Offroaiuto: LA PIATTAFORMA PER AIUTARE L’UCRAINA


generica-2020-1282308.610x431

Da alcune settimane è online una nuova piattaforma del Dipartimento della Protezione Civile #Offroaiuto con lo scopo di promuovere aiuti per l’Ucraina da parte di cittadini, Enti del terzo settore e aziende.

La principale tipologia di aiuto riguarda soprattutto la messa a disposizione di posti letto e/o abitazioni, disponibilità per interpretariato, mediazione culturale, supporto psicologico e altro. In particolar modo, per le aziende e per gli enti del terzo settore, è possibile anche donare beni di prima necessità come prodotti elettronici, abbigliamento, prodotti per l’infanzia, ecc.

Per chi volesse, basta accedere a offroaiuto-emergenzaucraina.protezionecivile.gov.it, selezionare il tipo di donazione che si vuole fare, compilare il modulo e confermare tramite cellulare.